Nota dell'autrice:
Questa ff è nata come seguito di “Luci ed Ombre del mio Amore”: per questo troverete, specialmente all’inizio della narrazione, molti riferimenti o frasi inerenti alla suddetta ff. Forse è un po’ strano come seguito, visto che la trama è molto più lunga e intrinseca; spero comunque che vi piaccia. Voglio ringraziare anticipamene tutti coloro che mi hanno dato una mano e che mi hanno appoggiato durante la creazione di questa ff: ringrazio innanzi tutto Alex per la sua gentilezza e disponibilità, Silvia, Laura, Cinzia e per ultima, ma non meno importante, mia sorellina Federica che mi ha rallegrato nei momenti in cui mi ‘bloccavo’; bando alle ciance: vi lascio alla lettura.
 
Fantasmi dal Passato
II° parte
 
 
Tornata a casa, Nanny l'avvisò che era quasi l'ora di pranzo. Oscar salì nella sua camera, si tolse la giacca della divisa e scese di nuovo. Di André non c'era nemmeno l'ombra; si stupì nel chiedersi dove fosse andato. Mentre Nanny e Isabelle si apprestavano a preparare il pranzo nelle cucine, Oscar le raggiunse e chiese loro, esitando, se sapessero dove fosse André.
"No, Madamigella Oscar. L'ultima volta l'ho visto stamattina; ha preso Artaq dicendo che non sapeva quando sarebbe tornato. E' da un po' che non è più lo stesso, voi ne sapete qualcosa? Con voi si confida".
"No Nanny, non mi ha detto niente..."
Isabelle prese la parola:
"Scusate Madamigella"
"Si?"
"Avete sentito quel rumore, stanotte, proveniente da qui? Mi sono spaventata e sono scesa di corsa per vedere cos'era accaduto"
"No... non ho sentito nulla..."
Uscì dalle cucine boccheggiando.
Il generale Jarjayes era tornato da qualche giorno dalla Provenza; era stato a Versailles e aveva appreso la notizia della richiesta della figlia. Sin da quando Oscar era bambina aveva sempre sognato per lei una grande e onorevole carriera militare nelle truppe reali di Sua Maestà; era stato il suo più grande, e forse folle, sogno e adesso Oscar voleva abbandonare tutto...
"Oscar!" disse incontrandola "che cosa hai fatto! Perché vuoi abbandonare le truppe reali?!"
"Padre, io ho l'età per ragionare e decidere con la mia testa, e ho preso la decisione di lasciare le truppe (1) " 
"Va bene Oscar, fai pure quello che ti pare!" disse sprezzante.
Se ne andò furibondo.
Oscar si rattristò alla reazione del padre. Sapeva che lui ci teneva alla sua carriera militare; lei era il suo mancato figlio e voleva per lei ciò che avrebbe voluto per un maschio. Sapeva che non l’avrebbe perdonata tanto facilmente, ma lei aveva preso la sua decisione, e niente e nessuno avrebbero potuto farle cambiare idea. Tornò in cucina:
“Nanny, per favore puoi prepararmi qualche bagaglio e qualcosa da portar via? Ho intenzione di partire domani per la Normandia”.
“Si Madamigella. Dirò ad André di accompagnarvi…”
“No!… Andrò da sola. A proposito… sai se è tornato?”
“Si, pochi minuti fa; provate a cercare nella sua camera, dovrebbe essere lì”.
“Grazie” disse prima di andarsene.
Doveva parlargli. Doveva dirgli qualcosa. Ci stava male e questo non le piaceva. Bussò alla sua porta:
“Avanti”
Oscar  aprì la porta. La sua forza d’animo sparì improvvisamente quando se lo trovò davanti.
“André, io…”
“Oscar, io non…”
“Aspetta André” lo interruppe “ascoltami. Per quello che è successo ieri notte… ecco… io… voglio dimenticare tutto; dico davvero, non ce l’ho con te; forse la colpa è anche mia… ecco”.
Aveva parlato tenendo gli occhi bassi. Per lei era una vera e propria ‘tortura’ parlargli di questo. Prima che lui potesse risponderle gli disse che l’indomani sarebbe andata in Normandia, nel palazzo di famiglia. Andò via.
André era rimasto paralizzato per la sorpresa; Oscar voleva dimenticare?! Oscar diceva che era stata anche colpa sua?! Era a dir poco sconvolto. Avrebbe voluto seguirla per chiederle delle spiegazioni ma preferì lasciar perdere: in fin dei conti era stata lei ad andare via senza dargli neanche il tempo di risponderle.

Oscar era soddisfatta di se stessa: era riuscita a tener testa al padre e in più era riuscita a dire finalmente ad André ciò che pensava.

Mattino presto. Oscar era appena partita per la Normandia. Appena sveglia le era stata servita la colazione da Nanny che non riuscì a nascondere la sua disapprovazione per la decisione di Oscar di non essere accompagnata da André. Oscar era già una donna adulta ma, essendo vissuta sempre accanto a lei sin da quando era bambina, le era difficile sapere che andava via senza la protezione di suo nipote.
 
Ad Oscar piaceva la Normandia… certo, non era Arras (2) , ma era comunque un bel posto.
Sia nel pomeriggio che durante la sera prima non aveva più visto André. Dopo pranzo si era dovuta recare a Versailles per sbrigare alcune faccende e poi nel tardo pomeriggio era tornata a palazzo Jarjayes per sistemare altre sue cose per il viaggio. Forse però era stato meglio non averlo incontrato. Nelle valigie aveva anche messo la sua camicia che aveva indossato la sera prima; non che non avesse la sua… non sapeva neanche lei il motivo del suo atto; lo fece senza un motivo particolare.

La tenuta dei Jarjayes in Normandia non era molto grande rispetto a quella di Arras ma era in ogni caso molto arredata, soprattutto da grandi scaffali di libri che probabilmente nessuno aveva mai letto, a parte qualche volta lei da bambina, e da suppellettili del generale. Il palazzo era posto su una frastagliata altura che si ergeva maestosa. Quando da bambina ci andava con i suoi genitori e André restava ore a guardare il mare e il luccichio dell’acqua sotto i raggi del sole al tramonto insieme al suo compagno di giochi.
 
André aveva continuato a frequentare le locande e le taverne di Parigi insieme al suo nuovo amico Alain. Alain aveva una sorella, Diane, al quale era molto affezionato: gli parlava molto spesso di lei, della sua ‘piccola Diane’ come la chiamava lui. Molti commilitoni di Alain le andavano dietro, ma non potevano neanche avvicinarsi a lei senza un minimo consenso del fratello. Il padre era loro venuto a mancare quando erano ancora piccoli, e Alain aveva dovuto cavarsela da solo fin da piccolo, assumendosi la responsabilità della madre malata e della sorella ancora piccola. Ad André piaceva molto ascoltare Alain: era una persona nobile e generosa, anche se forse a primo impatto sembrava brusco e arrogante. André, dopo averlo conosciuto meglio gli aveva parlato di lui.
Era nato in Bretagna (3) ; era figlio unico e i suoi genitori erano morti quando lui era ancora piccolo. Rimasto solo, sua nonna aveva deciso di prendersi cura di lui portandolo con sé in una casa nobiliare dove fino ad allora aveva vissuto insieme ad una ragazza, Oscar, che aveva ricevuto, per volere del padre, un’educazione maschile. Gli raccontò tutto per filo e per segno, perfino del suo amore per Oscar, pregandolo però di non raccontare niente agli altri soldati, almeno per quel che riguardava la sua amicizia con i nobili. Alain gli spiegò che anche lui proveniva da una famiglia nobile, ma che purtroppo era decaduta e, col passare degli anni, aveva venduto tutte le proprietà.

Oscar era arrivata nella tenuta. Dopo aver sistemato i bagagli ed essersi riposata, uscì fuori con in dosso un mantello per raggiungere la spiaggia. Il sole stava già tramontando, era uno spettacolo bellissimo. Si sedette sulla sabbia; un vento tiepido di primavera le soffiava in viso, movendole i capelli. Rimase a fissare l’orizzonte: era difficile distinguere dove finisse il cielo e cominciasse il mare. Chiuse gli occhi e per un attimo vide due bambini che giocavano alla riva, poi due ragazzi, che sedevano ognuno accanto all’altro a parlare e ridere; ed adesso quegli stessi ragazzi, divenuti adulti, camminavano sulla riva con delle spade in mano a parlare… e parlare… Oscar aprì gli occhi spaventata: quella era lei insieme André; i bambini che giocavano, i ragazzi e gli adulti che parlavano erano Oscar e André. Oscar era ammutolita, non riusciva a parlare: era come se avesse visto dei fantasmi. Si alzò e raggiunse correndo la tenuta.

(1) Ho sempre sognato che Oscar lo dicesse.
(2) Chi ha letto “Le Rose fioriscono ad Arras” capirà che mi sto riferendo alla tenuta di Arras della ff qui citata.
(3) Omaggio alla ff “Avel Conlie: spero che l’autrice non me ne voglia…

 

Fine 2° parte

                                                                                                                       Cetty
 

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